Il medico romano Giorgio Festa conobbe Padre Pio perché inviato da padre Venanzio da Lisle, Ministro generale dei Frati Minori Cappuccini per visitare il giovane frate pietrecinese residente nel convento garganico di San Giovanni Rotondo.
La sue furono visite effettuate ogni possibile aspetto, anche dal punto di vista psicologico, avvenute il 9 ottobre 1919 e nei giorni 15 e 16 luglio 1920. Il dott. Festa fece una lunga relazione in cui affermava di trovarsi dinanzi ad un fenomeno straordinario che le cognizioni da noi possedute non sono in grado di spiegare: “…le lesioni che Padre Pio presenta e l’emorragia che da queste si manifesta hanno un’origine che le nostre cognizioni sono ben lungi dallo spiegare. Ben più alta della scienza umana è la loro ragione di essere“.
Relazione che ogni anno i frati cappuccini di San Giovanni Rotondo leggono durante la Commemorazione delle Stimmate di Padre Pio il 20 settembre.
Il 5 ottobre 1925 operò di ernia inguinale destra. La stanza n. 25 del convento di San Giovanni Rotondo venne adattata a sala operatoria. Padre Pio non volle essere cloroformizzato: fu un autentico eroico martirio. Durante un momento di collasso di Padre Pio, Festa ne approfittò per riesaminare a sua insaputa le piaghe che cinque anni prima aveva avuto mordo di studiare accuratamente.
Nel 1927 gli asportò chirurgicamente una cisti sosta sul margine anteriore del muscolo sternocleidomastoideo.Nel corso degli anni venerò Padre Pio come il più grande dei suoi pazienti.
Nel 1938 pubblicò i risultati delle sue visite nel libro “Misteri di scienza e luci di Fede. Stigmate di Padre Pio da Pietrelcina“. Morì a Frascati il 24 settembre 1940 mentre era in vacanza con la sua famiglia. E’ sepolto nel cimitero monumentale del Verano a Roma